- L'ultimo addio -
Da me che chiedi! Oh togliti
Presto al mio sguardo, infido Cavalier:
Omai t'abborro, e sdegnano
Su te posarsi ancora i miei pensier.
Poi che sleale e barbaro
Mi togliesti il conforto unico mio,
Tanto affanno deridere
Vuoi pronunziando questo vile addio?
Vanne, ed a' rai nasconditi
D'ogni mortale che comprenda amor.
Lo so che mi odi...oh lasciami...
Non insultare almeno il mio dolor!
Ma poi che ardisci chiedermi
S'io nulla brami dal tuo patrio ostello,
Ti piaccia il clivo ascendere
Ove nasce solingo un arboscello.
Non lo rammenti? è un lauro
Che fidammo alla terra in altri dì!
Ei, testimone immemore,
E le promesse e i giuramenti udì!
In nome mio salutalo,
Nel santo nome dell'antica fede;
Poi, prega Iddio che un fulmine
L'incenerisca da la vetta al piede.
Dovea, lo sai, ricingermi
La poetica fronte quest allòr:
Or si disperda l'arbore
Come fu sperso il mio funesto amor.
Il suono lamentevole
Che d'ora in poi governerà il mio canto
Tu non udrai fra i palpiti
E le dolcezze di un novello incanto.
Sii pur felice!...a piangere
Io volentieri rimango...al mio martir
Solo conforto ed unico
Io chieggo d'obliarti, e poi morir!
1877
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