Là ne la valle silenziosa e bruna
giace un Convento.
Vi splende sopra il raggio della Luna:
vi tace il vento.
Un pomeriggio - meco era Riccardo -
colà discesi;
e sopra il Chiostro solitario, il guardo
a lungo intesi.
Ambi sedendo d'una querce antica
sull'erba al rezzo;
e a noi dei sacri fiori l'aura amica
portò l'olezzo,-
O dell'umil Convento piante care,
qual grato odore!
Ben siete degne sul nobile altare
star del Signore!
Chiostro solingo: oh come nel tuo seno
la gioja brilla!
L'aura che spira nel tuo ciel sereno,
com'è tranquilla!-
Intanto che la mesta anima mia
così pensava,
un vecchio religioso a noi venìa,
e favellava:
Iddio vi salvi, o giovani, che amate
l'ombra de' monti,
dove scorrono l'acque immacolate
d'eterni fonti!
De la gioja celeste, de la pace
quest'è il soggiorno.
Quivi del mondo la tempesta audace
non rugge intorno.-
Come dolce tu parli ed ispirato!
disse Riccardo;
come il lungo desire hai penetrato
ond'io sempre ardo!
Cerco la pace; e la fanciulla mia
la cerca meco:
o buon vegliardo, additane la via
che noi siam teco.-
Molte le vie che menano al Signore,
giovani, sono:
la via del sagrifizio, dell'amore,
e del perdono.
Ma la via che a la santa pace guida,
Iddio ci mostra.
La pace in solitudine si annida
com'è la nostra.
Io qui all'ombra dell'umile Convento
trovai 'l Signore,
che nel silenzio il suo divino accento
fa udire al cuore.-
Te fortunato veglio benedetto!
Ti salvi Iddio,
gli dissi: oh del riposo il nido eletto
trovassi anch'io!-
Giovani, egli rispose, anco nel mondo
trovar potrete
la pace, se de' mali e beni il pondo
comune avrete.
Ma non vi punga di terrena gioja
vano desio.
Il mondo sol può dar tristezza e noja:
la pace è Iddio.
da "Versi" 1872
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