Martina Crecchi, ha 25 anni e vive a Peccioli, piccolo borgo toscano tra le
colline della provincia di Pisa.
Si è diplomata al Liceo Linguistico di Pontedera nel 2015 e a giugno 2021, presso
l’ateneo pisano, ha conseguito la laurea in Lettere Moderne con votazione di 110 e lode,
con una tesi di letterature comparate dal titolo “I mille volti del pregiudizio: la
rappresentazione dello stigma razziale nel cinema americano degli anni Sessanta”.
Attualmente, continua gli studi nel percorso magistrale di Italianistica dell’Università di
Pisa.
Nel tempo libero pratica calcio a 5 per la società calcistica del suo paese (della quale è
anche addetto stampa); ascolta la radio; la musica di Lucio Dalla, De André, Charles
Trenet e George Brassens; ama la natura e le lunghe passeggiate tra le campagne
del suo paese; aiuta ragazzi e bambini nello studio a casa e ovviamente…scrive!
Dal 2017, oltre al secondo posto nella V edizione del Premio Maria Virginia Fabroni, ha
infatti ottenuto il primo premio del concorso letterario “Premio Marudo 2017-sezione
giovani” (organizzato dal Comune di Marudo e dal centro FOIL) con il racconto Quel
piccolo ristorante in riva al mare; ancora il primo premio del concorso letterario “Per il
verso giusto-III edizione” (organizzato da Unitre Arenzano Cogoleto) con il testo di
canzone La storia di Mohamed; infine il terzo premio del concorso “Premio Nazionale dei
Due Mari-V edizione” (organizzato dalla Proloco di Gallipoli) con il racconto Il segreto della
felicità. Varie anche le pubblicazioni dei suoi racconti in antologie.
IN GLORIA DI COLUI CHE DISSE TANTO
In gloria di colui che disse tanto
assi ‘l nostro intelletto si profonda,
memoria segue ‘l passo del suo canto
e scruta tutto ciò che la circonda:
ampiamente la mente si ristora
nelle terre che ‘l verbo suo feconda.
Ravenna fu quell’ultima dimora
ov’il poema sacro prese vita,
San Benedetto in Alpe, ove tutt’ora
l’abbazia che l’accolse è costruita,
ode ‘l fiume Acquacheta che risuona
d’ubertà che da mille par nutrita.
Ma avante dal Lombardo fu a Verona
eppoi a Treviso da Gherardo ‘l buono
Forlì Padova Bologna hanno icona,
e un’altra terra dette a lui gran dono
in nuovo ospizio e in domina Gentucca
della quale adorò lo viso e ‘l suono
passando Casentino verso Lucca.