Vorrei che novo, eletto, il canto mio,
solvesse il gelo del tuo cener muto;
ma il facil verso che m'ha dato Iddio,
sol mi consente un umile saluto;
un saluto gentil, tutto del core
al genio, alla sapienza ed all'amore.
Ché se la pena temperasti al fiele,
ti stava la dolcezza in mezzo al petto.
A traverso la satira crudele
balenava un sospiro ed un affetto...
E t'ispirò d'amor la voce arcana
l'inno immortale all'Amica lontana.
Oh! T'avess'io veduto!...La parola
profana i grandi affetti non gli esprime;
forse uno sguardo, una movenza sola,
meglio che il suono di studiate rime,
t'avrian detto l'omaggio del mio core
al genio, alla sapienza ed all'amore.
Di te mi parla quest'amena riva,
di te le verdi fertili colline;
la tua memoria il mio canto ravviva
come un fior le rugiade cristalline;
sento l'anima tua, come sovente
d'un caro obietto arrivar si sente.
Colà lontano, ove tramonta il sole,
pensierosa ho talora il guardo intento,
e di Te sogno, ed il tuo verso suole
tornarmi al labro quale amico accento.
Teco piansi; a me pur nasconde il core
"Questo che par sorriso, ed è dolore!"
Quando mirai la casa tua diletta
ove Pescia di Te memoria pose,
dissi: felice l'erma cameretta
che veglie e sonni di tant'alma ascose,
e dove forse dispiegaron l'ali
quei soavi d'amor versi immortali.
Addio, per sempre addio, valle ridente,
di fantasie gentili inspiratrice!
Ti rivedrò ne' sogni della mente
come il ricordo del tempo felice!
Come un ricordo d'un lontano amore
ti rivedrò ne' sogni del mio core!
E te, memoria del Tosco Poeta,
meco verrai nel mio soggiorno oscuro.
Io non mi affanno a gloriosa meta,
né pur del folle malignar mi curo.
Ma, come un fiore al raggio che l'aprìa,
m'ispiro ai Grandi de la Patria mia.