Dietro quel monte lento dispare,
E sembra spengersi tanto fulgore
Nell'infinita plaga del mare;
Or che una lieve gelida brezza
Come un concerto di voci meste
Nel vicin prato spinge e carezza
L'ultime foglie delle foreste;
E l'onda rauca scende e si frange
Sui bianchi ciottoli senza riposo
E un invisibile ente che piange
Pare, o lontano spirto amoroso:
Quante memorie meste e gradite
Nell'alma in folla sento tornare!
Tal che mi sembrano l'onde infinite,
Che senza requie s'alzano in mare.
Tutti mi sorgono a gara innante
Soavi immagini, sogni beati,
E tutti domina caro un sembiante
Come la mammola i fior dei prati.
Ma la memoria del tempo lieto
Se pur conforto porge talora:
Però rimpianto desta secreto,
E in novi spasimi l'alma dolora.
Vorremmo struggere quel bel passato
Che nulla speme abbiam che torni,
E derisione ci par del Fato
L'immago assidua de' cari giorni.
Ah! quell'immagine cara, spietata,
All'ime latebre del cor s'appiglia,
Siccome al valido scoglio attaccata
Co' suoi tesori stà la conchiglia...
E' questa l'ora della memoria
Che novi palpiti desta nel petto;
Sdegno, ambizione, desìo di gloria,
Tutto sparisce...regna l'affetto.
Oh! chi può dire l'ansia secreta,
La speme, il dubbio, oh! chi può dire,
Quando lo spirito scorge una meta,
Un punto fulgido nell'avvenire?...
Quando lontani da chi s'adora
Nel rio sospetto di lungo oblio
Si pensa...forse...forse a quest'ora
Un cor gentile batte col mio?...
Ah! forse un caro sguardo lontano
Segue la curva delle montagne,
Ed oltre quelle cerca, ma invano,
Queste gelate tetre campagne!
Forse contempla pensoso e muto
L'urna appassita di un mesto fiore,
Ed alle rondini fida un saluto
Che a me lo porti nel mio dolore!...
E' sogno, è sogno, che poi s'invola
Come la tenebra per la mattina;
E' sogno, è sogno, che un'ombra sola
Di dubbio dissipa come la brina.
Oh! ma se il dubbio, se lo sgomento
Solo durasse nel freddo verno,
E se un amico pietoso accento
Dicesse il duolo non sarà eterno!
Oh sì! lo spero!... Verran le rose,
Verran gli uccelli co' nuovi amori;
Se siete simboli di liete cose,
Tornate o fiori, tornate o fiori!
La neve sciogliersi vedrò sul monte
Ai molli Zeffiri di primavera,
Che carezzandomi il crin, la fronte,
In dolce mormoro diranno: spera!
Tornate, o rondini, vaghe, amorose,
Vestite, o colli, i gai colori.
Se siete simboli di liete cose,
Tornate o fiori, tornate o fiori!
1874
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