La poesia della Fabroni, pubblicata nella raccolta VERSI del 1874, si intitola:
ALLA MUSA
Perché lontana dal mio fianco ancora
Movi, né chiami me sulla tua via?
E pur, sai quanto il tuo fuggir m'accora,
O Musa mia.
Rendimi, o cara que' soavi istanti
Quand'io seguendo de le nubi il volo
Con dolcezze d'impensati canti
Molceva il duolo.
Forse tu sdegni di posar il piede
Qui dove 'l danno e la vergogna dura?
E si conculca la più schietta fede
Dall'impostura?
Tornami, o Musa, e non temer ch'io voglia
Ai pravi unirti ciurmadori ingegni.
Non varcheran la tua diletta soglia
Que' che tu sdegni.
Sol meco unita, l'inspirato viso
Mi mostrerai, celeste musa mia,
Mi allieterai col tuo dolce sorriso
La scabra via.
In riva a' fiumi, presso gli ermi fonti,
M'insegnerai la poesia del core,
Dal cavo seno ridiranno i monti
Note d'amore.
Della virtude canterem la possa,
E de l'amor, che non caduche ha l'ale,
Di quel celeste Amor, ch'oltre la fossa
Vive immortale.
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